01/05/2024 ‐ 05/05/2024
Un susseguirsi di erte e declivi disegna il paesaggio antico di questa terra. Una successione costante di rilievi, colline, rocche e montagne: i loro profili si perdono in lontananza sfumando, a volte, nelle nuvole. Un territorio le cui uniche contaminazioni sono con la storia, quella dei popoli fieri e combattivi che qui hanno abitato prima di Roma, e che con Roma hanno lasciato la loro eredità. Amiternum, madre di Sallustio, nel cui anfiteatro esultavano i Sabini; Corfinio, dai cento nomi, patria degli indomiti Peligni, prima città d'Italia; Teramo pretuzia, fondata e distrutta e rifondata, potente centro conteso da molti. E più a sud Alba fucens, colonia romana dalle splendide mura, che fu vigile custode di un lago ormai scomparso. Veloci passano i secoli dell'età di mezzo e i monti, i boschi, le sponde dei fiumi si popolano di borghi di pietra e mattone, dall'austera e silente bellezza, come Santo Stefano di Sessanio, Ovindoli e Celano. E poi ecco le superbe architetture romaniche di Atri e di Collemaggio, e quella umile dell'abbazia di Casauria. Giudizi Universali, vite dei martiri ed eserciti di Santi abitano adesso i muri di oratori e pievi, veri miracoli d'arte: Bominaco parla ancora bizantino tra le pieghe di tuniche e vesti colorate; Capestrano è una mirabile vibrazione di luce che palpita tra colonne e ieratici volti. E mentre ai piedi del monte, Sulmona racconta una storia fatta degli amori di un poeta e degli onori di un imperatore, e si fa bella di palazzi e chiese, più a nord l'incessante correre del tempo si è fermato. Per un attimo. Si è fermato lì, dove le acque scorrono da sempre. Lì dove L'Aquila, anch'essa fiera figlia di imperatori, mostra le tracce di un passato insieme illustre e tiranno. Voce narrante sarà Carlotta.
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