La storia del Bridge

Cenni sulla storia delle carte e del Bridge

LE CARTE: chi le ha inventate?

Tuttora incerta è la risposta a questa domanda. Vari i Paesi ai quali è stata accreditata questa invenzione: l’Egitto, l’India e soprattutto la Cina dove l’apparizione delle carte è fatta risalire addirittura al periodo Sung (960-1279). Oppure fu merito degli Arabi, che alcuni secoli prima avevano introdotto nell'Occidente anche il gioco degli scacchi.
Le carte arrivarono in Europa forse da Nicolò Polo e il più famoso figlio Marco (1254-1324).
In Francia se ne ha notizia nel 1327, in Germania nel 1377, in Olanda nel 1379, nel 1379 il gioco delle carte fu introdotto in Italia a Viterbo.


LE ORIGINI: IL WHIST

Il bridge nasce dal Whist, gioco che dominò la scena per trecento anni. I primi riferimenti al whist sono del XVII secolo, ma già un gioco chiamato “triumph” o “trump” o in italiano “trionfi”, era noto nell'Europa occidentale ai tempi della Riforma, ed era una forma embrionale del whist.

Il Whist è un gioco di carte d’origine inglese, per quattro persone o due coppie. Utilizza un mazzo standard di 52 carte. Scopo del gioco è vincere quante più mani possibili delle 13 previste. Una alla volta, sono distribuite in senso orario tutte le carte, coperte, tranne l'ultima che è girata e determina l'atout per quella mano. Inizia chi siede alla sinistra del mazziere e mette in tavola una carta, scoperta. A turno, gli altri giocatori ne calano una rispondendo al seme, o se impossibilitati a farlo, con l'atout o un'altra carta qualsiasi. Prende chi gioca l'atout più alto, o la carta più alta del seme iniziale. Chi fa la presa inizia per primo il turno successivo. Ciascuna coppia segna le prese realizzate in ogni mano; le prime sei non danno punti, le successive valgono un punto ciascuna.

Nel 1728 il whist aveva già raggiunto l'aspetto moderno, e nel 1742 fu pubblicato un trattato di tecnica dove si potevano trovare consigli validi ancora oggi nel gioco del bridge, come quello di attaccare dal colore più forte per stabilire delle vincenti.
Alla fine del XVIII secolo il whist era certamente divenuto il primo gioco di carte d'Inghilterra.
In Francia dopo il 1815 il whist diventò di moda a Parigi. Le notizie sono peraltro scarse; riportiamo dell'epoca solo una frase di Talleyrand ad un giovane che si vantava di non conoscere il gioco e di non volerlo imparare: “Non conosci il whist? Che triste vecchiaia ti stai preparando!”.

Nell'inverno del 1857 un gruppo di giocatori di whist ebbe l'idea di far giocare le stesse smazzate in due stanze diverse, mettendo di fronte quattro giocatori più bravi contro quattro più deboli: il loro intento era dimostrare che non si trattava di un gioco di fortuna. I più bravi vinsero nettamente.

Nel 1891 due americani costruirono il primo board da gioco.
Il whist si era ormai definitivamente convertito da gioco di “azzardo” in una forma di competizione intellettuale paragonabile agli scacchi, dove si gioca per provare la propria abilità, non per vincere soldi.


L’EVOLUZIONE: IL BRIDGE

I testi sono concordi nel sostenere che la parola “bridge”, nella sua forma originale era d’origine esotica; forse russa (in Russia si giocava un gioco analogo chiamato "Biritch"), inglese, levantina, non ci sono certezze.
Il bridge cominciò a diffondersi in Inghilterra dalla seconda metà dell'ottocento.
Già nel 1894 il gioco, anche se meno popolare del whist, era noto a Londra, ed era disponibile un codice di leggi e regolamentazioni, divenuto poi ufficiale in tutta l'Inghilterra.
In America fu introdotto nel 1893.
Successive mutazioni del whist portarono a:

  1. il bridge-whist prima,
  2. l'auction-bridge (nel 1904) nel quale il seme d’ atout è deciso durante la dichiarazione
  3. il bridge-plafond in seguito: introducendo tra gli altri il principio secondo il quale valevano per la partita soltanto le prese dichiarate anticipatamente e poi realizzate in fase di gioco


Nel 1925, durante una crociera da Los Angeles all'Avana, quattro amici fissarono un nuovo modo di segnare i punti; quando la nave arrivò a Cuba era nato un nuovo gioco: il bridge-contratto nella sua forma attuale, che in pochi anni si diffuse in tutto il mondo.