04/05/2026 ‐ 16/05/2026
C’è un respiro antico nel vento del Madagascar, un ritmo che sembra nascere dalla terra stessa, dove la sabbia rossa incontra il verde lucente delle foreste e l’oceano si frange in mille sfumature d’azzurro.
L’isola, separata da millenni dal continente africano, ha conservato un silenzio primordiale, popolato da creature che non esistono altrove: lemuri dagli occhi dorati che saltano come note di un canto segreto, baobab che al tramonto si stagliano come custodi di un mondo sospeso.
Nel cuore dell’isola, la foresta di Ranomafana avvolge il viaggiatore in una nebbia calda e profumata di terra umida, mentre lungo la costa occidentale le acque turchesi del Canale di Mozambico lambiscono villaggi di pescatori dove il tempo scorre lento, scandito dal suono delle piroghe che rientrano all’alba.
Ad est, l’oceano si fa più inquieto e la vegetazione esplode in una sinfonia di verde: vaniglia, ylang-ylang, orchidee che si arrampicano sui tronchi come arabeschi di luce.
Il Madagascar è un’Africa ancora acerba al turismo di massa, con una viabilità a volte poco agevole, che prevede un certo grado di spirito di adattamento.
Ai cittadini italiani è necessario il passaporto con 6 mesi di validità residua e il visto turistico.
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